Scrivo questo post prendendo spunto dalle foto che ho inserito
nella mia pagina fb relative
al nostro ultimo intervento realizzato su di un fabbricato esistente in
muratura, ed in particolare consistente nel rifacimento del solaio di copertura
in legno.
Le foto (che riporto qui sotto) ritraggono una porzione del
cordolo di coronamento in c.a. realizzato in copertura, in particolare si tratta
di quello posto sulla parete di facciata e sul quale poggia direttamente
l’orditura minuta della copertura in legno.
Lo
schema grafico dell’intervento è il seguente.
Spesso
sento dire, anche da “addetti ai lavori”, che realizzare il cordolo in c.a. nel
rifacimento di solai di copertura su strutture in muratura, può essere dannoso
in quanto ritenuto troppo “pesante” o troppo “rigido” rispetto alla struttura
sottostante.
Analizziamo
quindi più in dettaglio quella che è la funzione del cordolo di coronamento in
c.a.
Innanzitutto
il cordolo ha la funzione di ripartire sulle pareti i carichi concentrati
trasmessi dalle travi del solaio, al fine di evitare i danneggiamenti locali
sotto le travi, ma sicuramente la sua funzione principale quella di fungere da
“incatenamento” mutuo tra le pareti, ovvero di permettere il collegamento
apicale tra murature perimetrali e di spina. In particolare costituisce un
vincolo sommitale per le pareti di facciata che in questo modo risultano
intimamente collegate con le pareti a loro ortogonali. Questo collegamento
scongiura l’instaurarsi del cosi detto “ribaltamento
della parete” verso l’esterno che si può verificare, in caso di sisma, in
edifici in muratura di antica realizzazione. La figura seguente mostra lo
schema del meccanismo di ribaltamento semplice (immagine tratta da reluis.it).
Spesso
però in occasione di eventi sismici di una certa intensità si riscontrano
edifici che subiscono crolli rovinosi come quello della foto seguente.
La
foto ritrae un edificio con una parete di facciata completamente crollata ma
con il solaio di copertura completamente integro. Si vede chiaramente la
presenza del cordolo di coronamento che sostiene la copertura portandola a “sbalzo”
dalle murature rimaste in piedi. Questo scenario ad, occhi poco attenti,
potrebbe far pensare che il cordolo in c.a., realizzato in copertura, sia
dannoso.
In
realtà la presenza del cordolo apicale, che collega la parete di facciata a
quelle ad essa ortogonali, comporta una riduzione della vulnerabilità sismica,
in quanto, come detto in precedenza, scongiura l’instaurarsi del cosi detto
“ribaltamento della parete” verso l’esterno.
Il
cordolo apicale però, assicura il collegamento delle pareti in corrispondenza
della copertura, ma ai piani sottostanti la parete continua ad essere “libera”
e (probabilmente) scollegata dalle pareti ortogonali e dagli orizzontamenti. In
questo caso si può verificare il cosi detto meccanismo di collasso di “flessione
verticale di parete ben ancorata”, nel senso che la parete è ben vincolata ai
suoi estremi (fondazione e copertura) ma non lo è in corrispondenza dei piani
intermedi. La figura seguente mostra lo schema di tale meccanismo (immagine
tratta da reluis.it).
Quindi
la realizzazione del cordolo di
coronamento comporta sempre una riduzione
della vulnerabilità sismica dell’edificio, ma è buona norma, se possibile e
se necessario, prevedere la posa in
opera di incatenamenti ai piani intermedi dell’edificio al fine di avere un
ulteriore abbassamento della vulnerabilità sismica.
Se avete quesiti o curiosità potete lasciare un commento qui sotto o tramite la nostra pagina fb.
Vi segnalo che l’Impresa Vecchi srl è in grado di consigliarvi
la tipologia di intervento più adatta per il vostro immobile.
Richiedete quindi un sopralluogo
gratuito (per Rieti e provincia), tramite il form presente sul nostro sito.
Un saluto a tutti
Ing. Giuliano Vecchi
Amm. Unico Impresa Vecchi s.r.l.
Condivido in pieno il tuo articolo frutto di una immensa preparazione in materia
RispondiEliminaGrazie "mastro s.m.". Presto vorrei fare qualche altra considerazione in merito.
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